Da qualche anno si sfrutta al meglio l’alternanza vegetativa tra microterme e macroterme per avere superfici erbose al top 12 mesi all’ anno.
Questa tecnica ha permesso l’impiego di specie macroterme anche in areali poco adatti sulla carta come quelli del Nord Italia.
I vantaggi della Bermudagrass in estate vuol dire, poca acqua, niente malattie e nessun problema di gestione o limite di utilizzo (quanto volete) a differenza dei prati di microterma che soffrono le pene d’inferno per almeno 80-100 giorni nei mesi estivi.
Siamo a Dicembre e non si direbbe. Temperature alte e clima asciutto, non si è mai visto una cosa del genere. Non sembra proprio di essere a fine autunno.
Guardate cosa si prevede nelle prossime due settimane.
Questo clima mite, sconvolge un pochino i tradizionali piani di gestione dei prati, ecco allora un consiglio di cose da fare sui vari tipi di tappeti erbosi.
Mix di Microterme (Festuca arundinacea, Poa pratensis, Festuche fini e Loietti) al Nord Italia.
Fate attenzione alle nebbie in pianura che alzano l’umidità dell’aria creando i presupposti per l’attacco di malattie fungine fogliari. La Poa è in buono stato di crescita, con l’elevata umidità compare la Ruggine (malattia che crea delle pustole che rilasciano polvere, in realtà spore, marrone che sporcano mani, scarpe e organi di taglio).
Nelle zone in ombra, o perlomeno dove c’è bassa intensità luminosa anche legata a periodi di nuvolosità bassa, magari provocata dalla nebbia, può comparire della Muffa rosa della Nevi (Microdochium nivale) con dapprima la comparsa di una muffetta cotonosa a contatto delle foglie. Qualche operatore del verde nell’area milanese (Grazie Matteo…) mi ha segnalato la presenza di Filo Rosso, malattia tipiche del periodo primaverile (da 7°C a 26°C) e legata anche a scarsa alimentazione azotata.
Per quanto riguarda la protezione preventiva e la lotta, per i professionisti è necessario avere l‘abilitazione all’acquisto dei prodotti Fitosanitari, così come indicazione dettate dal PAN del 14 agosto 2012 D. lgs. 150.
Siamo in tardo autunno e proprio in questi giorni si abbatterà sulla nostra penisola una perturbazione fredda. Fino ad ora Novembre fino è stato molto caldo e anomalo ma tra poco questo quadro inizierà a cambiare e di conseguenza ci dobbiamo preparare ad affrontare i primi freddi a carico dei vari tappeti erbosi della nostra penisola.
Innanzitutto, cerchiamo di valutare meglio cosa vuol dire tolleranza al freddo dei prati, non tutte le essenze hanno la stessa capacità di tollerare e tra l’altro (senza entrare in approfondimenti fisiologici e biochimici) si prospettano diverse modalità di affrontare il problema a seconda se trattiamo Microterme o le Macroterme.
Alle Microterme (temperature ottimali tra 18°C e 24°C) appartengono circa l’80% delle specie che compongono i prati in Italia, e come vediamo nella tabella sottostante, le specie più sensibili alle basse temperature sono il loietto e a poca distanza c’è la Festuca arundinacea, mentre tra le più tolleranti si annoverano specie prative, considerate infestanti come Poa annua e Poa trivialis, che ahi noi, proliferano indisturbate nei vari prati in lungo e in largo nella nostra penisola.
Guardate questa Tabella che ho trovato molto interessante. E’ uno studio condotto negli anni, da diversi autorevoli ricercatori di fama che hanno valutato la tolleranza delle vari essenze prendendo come parametro quel valore minimo di mortalità della popolazione prativa che permette la sopravvivenza, espresso in LT50 (valore di temperatura che uccide il 50% del prato).