I Lombrichi nel prato: Che fare?

i coni di terra prodotti dai lombrichi
i coni di terra prodotti dai lombrichi

Danno fastidio solo perché producono numerosi coni di escrementi qua e là nel prato, provocando inconvenienti nella gestione di tutti giorni del prato. Questi coni, a volte prodotti in quantità numerosa (superiore ai cento per mq), si ergono in altezza fino ad interferire con le operazioni di taglio nel caso di tappeti erbosi tagliati ad altezze inferiori al centimetro, riducendo le affilatura degli organi di taglio e peggiorandone la qualità.

In ogni caso, la superficie è sconnessa e rugosa deturpando la qualità del prato e se poi vengono schiacciati dalle ruote del tosaerba e dalle suole delle scarpe, tendono a sporcare i vari camminamenti, portici e marciapiedi.

Insomma sono un fastidio!!

Cosa possiamo Fare?

Riflettete prima di pensare che siano un problema, perché se volete un tappeto erboso favoloso, sano e forte su un terreno asfittico, ristagnante e poco strutturato (la maggior parte dei prati in Italia), non potete fare a meno di questi alleati affidabili. Leggete un po’ questo Link a proposito dell’importanza dei Lombrichi.

Se navigate in rete e cercate “Lombrichi del terreno” trovate un sacco di informazioni riguardo l’anatomia, fisiologia, pesi, numero di anelli di cui sono composti e altre cose, io voglio solo dare qualche consiglio per gestirli al meglio nel prato.

Sono picccoli animali che arrivano a pesare fino a 10 grammi e una lunghezza di oltre i 30 cm. Vivono ben integrati nell’ecosistema del terreno, prediligono i terreni argillosi perché sono umidi facilitando la respirazione che avviene tramite l’epidermide, non avendo i polmoni, soffocano nei terreni asciutti che in quelli con acqua libera.

Sono delle “macchine mangianti”, sono definiti “l’intestino della terra”. La macinazione del cibo non avviene nella bocca, tra l’altro molto piccola perché non hanno i denti e serve solo per afferrare qualsiasi cosa che trovano a portata nel loro cammino, sono ghiotti di batteri, funghi, protozoi e nematodi. La vera e propria azione di macinazione del cibo, avviene in realtà negli stomaci (sono 2) che contengono sabbie e polvere di roccia che grazie ai movimenti muscolari fungono da bocca dentata, sminuzzando il cibo in poltiglia. Poi tutto finisce nell’intestino, dove risiede una ricca flora intestinale che attacca chimicamente il bolo tritato dagli stomaci.

Solo una piccola parte, viene assorbita dalle pareti dell’intestino nei vasi sanguigni, mentre la maggior parte viene espulsa all’esterno dall’orifizio anale. Fate conto che un lombrico produce ogni giorno una quantità di escrementi equivalente al proprio peso.

Gli escrementi di Lombrico sono ricchi di Sostanza Organica e elementi minerali

I fastidiosi coni di escrementi dei Lombrichi, in realtà sono un concentrato di minerali, microrganismi e sostanze utili a migliorare le proprietà fisiche e chimiche del terreno, infatti, contengono il 50% in più di sostanza organica rispetto il terreno circostante oltre che sette volte più Fosforo, dieci volte di Potassio disponibile, cinque volte di Azoto, tre volte di Magnesio e una volta e mezzo di Calcio.

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Dicembre è arrivato. Cose da fare sul prato.

Siamo a Dicembre e non si direbbe. Temperature alte e clima asciutto, non si è mai visto una cosa del genere. Non sembra proprio di essere a fine autunno.

Guardate cosa si prevede nelle prossime due settimane.

Questo clima mite, sconvolge un pochino i tradizionali piani di gestione dei prati, ecco allora un consiglio di cose da fare sui vari tipi di tappeti erbosi.

Mix di Microterme (Festuca arundinacea, Poa pratensis, Festuche fini e Loietti) al Nord Italia.

 

ruggine
Ruggine (Puccinia graminis)
Ruggine
Particolare di attacco fogliare da Ruggine su Festuca arundinacea

Fate attenzione alle nebbie in pianura che alzano l’umidità dell’aria creando i presupposti per l’attacco di malattie fungine fogliari. La Poa è in buono stato di crescita, con l’elevata umidità compare la Ruggine (malattia che crea delle pustole che rilasciano polvere, in realtà spore, marrone che sporcano mani, scarpe e organi di taglio).

Nelle zone in ombra, o perlomeno dove c’è bassa intensità luminosa anche legata a periodi di nuvolosità bassa, magari provocata dalla nebbia, può comparire della Muffa rosa della Nevi (Microdochium nivale) con dapprima la comparsa di una muffetta cotonosa a contatto delle foglie. Qualche operatore del verde nell’area milanese (Grazie Matteo…) mi ha segnalato la presenza di Filo Rosso, malattia tipiche del periodo primaverile (da 7°C a 26°C) e legata anche a scarsa alimentazione azotata.

Muffa Rosa delle Nevi

Per quanto riguarda la protezione preventiva e la lotta, per i professionisti è necessario avere  l‘abilitazione all’acquisto dei prodotti Fitosanitari, così come indicazione dettate dal PAN del 14 agosto 2012 D. lgs. 150.

 

 

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La tolleranza al freddo delle essenze prative.

Siamo in tardo autunno e  proprio in questi giorni si abbatterà sulla nostra penisola una perturbazione fredda. Fino ad ora Novembre fino è stato molto caldo e anomalo ma tra poco questo quadro inizierà a cambiare e di conseguenza ci dobbiamo preparare ad affrontare i primi freddi a carico dei vari tappeti erbosi della nostra penisola.

Innanzitutto, cerchiamo di valutare meglio cosa vuol dire tolleranza al freddo dei prati, non tutte le essenze hanno la stessa capacità di tollerare e tra l’altro (senza entrare in approfondimenti fisiologici e biochimici) si prospettano diverse modalità di affrontare il problema a seconda se trattiamo Microterme o le Macroterme.

Alle Microterme (temperature ottimali tra 18°C e 24°C) appartengono circa l’80% delle specie che compongono i prati in Italia, e come vediamo nella tabella sottostante, le specie più sensibili alle basse temperature sono il loietto e a poca distanza c’è la Festuca arundinacea, mentre tra le più tolleranti si annoverano specie prative, considerate infestanti come Poa annua e Poa trivialis, che ahi noi, proliferano indisturbate nei vari prati in lungo e in largo nella nostra penisola.

Prato ornamentale infestato da Poa trivialis a Milano in febbraio 2015
Prato di Festuca rubra, Poa e Loietti, infestato da Poa trivialis a Milano in febbraio 2015
La proliferazione delle infestanti a rapido accrescimento invernale è sempre più un problema in tutta la penisola
La proliferazione delle infestanti a rapido accrescimento invernale è sempre più un problema in tutta la penisola

 

 

 

 

 

 

 

 

Guardate questa Tabella che ho trovato molto interessante. E’ uno studio condotto negli anni, da diversi autorevoli ricercatori di fama che hanno valutato la tolleranza delle vari essenze prendendo come parametro quel valore minimo di mortalità della popolazione prativa che permette la sopravvivenza, espresso in LT50 (valore di temperatura che uccide il 50% del prato).

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Il primo post…

Fabrizio IngegnoliCi stiamo avvicinando all’era del tappeto erboso 2.0, cioè la gestione con il minore impiego di prodotti chimici e la riduzione degli input di coltivazione (concime, acqua, fitofarmaci, ecc.), dunque saremmo noi che dovremmo finalmente capire cosa vuole il prato senza aspettare che deperisca del tutto.

A fronte di questo, ci vuole conoscenza e consapevolezza; in sostanza partire bene e anticipare i problemi. Ho un obiettivo: fornirvi un metodo perché possiate voi stessi produrvi un piano biotecnico finalizzato ad un obiettivo a breve, medio e lungo termine. Ma soprattutto, imparare i tempi che il prato ha bisogno per crescere, radicare, scurirsi, ammalarsi, guarire, ricacciare, chiudere e germinare.

Dopo tanti anni di lavoro ho deciso di fare questo blog per mettere a diposizione la mia esperienza a tutti: da chi combatte per mantenere un prato di Festuca rubra in montagna fino a coloro che cercano di insediare un prato di Paspalum in riva al mare.

Il linguaggio sarà semplice e spero di chiarire le cose più ostiche, strane o difficili che orbitano in questo fantastico mondo del Prato.

Contemporaneamente sono convito che, attraverso l’interazione con voi, nasceranno interessanti spunti di riflessione per continuare la ricerca che porto avanti da oltre 20 anni in questo settore.

Fabrizio Ingegnoli

28 ottobre 2015

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